Castagno caratteristiche e coltivazione Castagno caratteristiche e coltivazione

Castagno caratteristicheDescrizione e generalità del castagno

Il nome della specie del castagno è castagno europeo anche se tutti lo chiamano semplicemente castagno. Appartiene alla famiglia delle Fagaceae e viene denominato Castanea, inoltre rappresenta la sola specie autoctona presente in Europa. A causa di diverse condizioni fitopatologiche si è iniziato ad introdurre il castagno giapponese, maggiormente resistente. Quest’ultima è una varietà che nasce in maniera spontanea e di cui non si conoscono le origini esatte, anche se alcuni reperti fossili attestano la sua presenza già 10 milioni di anni fa. La principale diffusione si è originata in Paesi a clima caldo, inoltre, secondo alcuni scritti, sin dall’antichità, la castagna era nota in Grecia e nell’antica Roma. A testimonianza di ciò alcuni testi in ambito culinario riportano il suo utilizzo. Nel corso dei secoli ha vissuto un percorso piuttosto travagliato e, nel Novecento, è diventata il frutto della sopravvivenza per molte popolazioni montane italiane.

Il castagno è un albero presente nei boschi italiani di diverse regioni e raramente nei grandi parchi, visto che le sue dimensioni tendono a diventare imponenti: può superare i venti metri di altezza. Il fusto è ben sviluppato e alla sommità si trova una folta chioma. Il colore del fogliame è verde chiaro ed ha una forma lanceolata e allungata. Le foglie, appena germogliate, sono ricoperte nei primi giorni da una peluria che rende la superficie dall’aspetto cuoioso.

Il castagno è un albero monoico, quindi sbocciamo sia fiori femminili che maschili. È una pianta autofertile, tuttavia questa caratteristica non crea alcun tipo di problema quando è presente in ampi castagneti. Il frutto del castagno è prodotto all’interno di un duro involucro ricoperto di spine. Comunemente detto riccio si apre quando la castagna è pronta per essere raccolta. Ha bisogno di poche attenzioni e si adatta con facilità all’ambiente in cui si trova. È questa la ragione per cui si possono trovare castagneti anche in diverse zone climatiche molto differenti tra loro. 

 

Come coltivare il castagnoTecniche di coltivazione del castagno

Se hai deciso di coltivare il castagno hai bisogno di spazi molto ampi, quindi lontano dalle zone abitate. L’albero ha bisogno di essere potato dai rami esterni e, per mantenere un’altezza ragionevole, occorre tagliare una parte del tronco all’estremità superiore. Il luogo ottimale sarebbe quello soleggiato, ma protetto dai raggi diretti del sole in estate e dai venti freddi in inverno.

Non teme le forti raffiche di vento perché ha delle salde radici ben ancorate al terreno. Quest’ultimo deve essere leggermente acido, ma mai argilloso. Ciò consente il corretto sviluppo delle radici. Si consiglia l’uso di un fertilizzante durante i mesi estivi per apportare un’adeguata quantità di sali minerali. Meglio se si tratta di un concime stallatico (concime ottenuto da scarti di animali da stalla) che si reperisce anche con molta facilità. Questo trattamento aumenta anche la qualità delle castagne.

Le regole da seguire per mantenere il castagno in salute sono semplici: innaffiarlo durante i mesi più caldi estivi, ogni giorno alla base del tronco e intorno. Seguendo questa tecnica la pianta, con le sue lunghe radici, riesce ad assorbire tutta l’acqua necessaria. Occorre ricordarsi che è pur sempre una pianta selvatica, quindi la migliore adattabilità la trova spontaneamente. 

 

Albero castagno

Guscio castagne

Castagne in gusci verdi

Marroni castagne grosse

 

Malattie e parassiti del castagnoMalattie e parassiti del castagno

Per quel che riguarda le malattie, il castagno può essere vittima della vespa orientale in quanto le larve nidificando all’interno delle gemme. La presenza dell’infezione si nota dal rigonfiamento della corteccia. Purtroppo, non ci sono rimedi per contrastarlo se non l’introduzione dell’insetto Torymus sinensis.

Un'altra malattia che aggredisce il castagno, specie nel nord Italia, è un fungo che rende marce le castagne all’interno. In questo caso la cura nei castagneti domestici è molto semplice in quanto basta estirpare il fungo, operazione molto più complessa e certamente non così gestibile nei castagneti. 

 

Potatura castagnoPotatura del castagno, le giuste tecniche

Che il castagno sia in giardino o in un castagneto, la potatura è un’attività importante che non può essere trascurata. Esistono 3 diverse tecniche, ciascuna delle quali deve essere effettuata in un modo diverso: potatura di formazione, di rinnovo e potatura verde.

La potatura di formazione definisce la chioma e va eseguita durante la crescita. Si installa un palo da 3 metri a sostegno del fusto e deve essere fatto entro il primo anno di vita. Poi si estraggono i polloni basali per far sì che non sottraggano sostanze nutritive al castagno. Infine si sceglie una gemma verticale per lo sviluppo del fusto e si recidono le ramificazioni esterne. È una potatura che si effettua una sola volta, in seguito la chioma va lasciata libera. Nel caso di alberi di castagno da produzione, ogni anno dopo la raccolta, si procede alla rimozione dei succhioni che si sviluppano sulle branche. Solo se la chioma è ariosa i raggi del sole riescono a penetrare. Se il castagno ha oltre 10 anni si esegue una potatura speciale per alleggerire la chioma. La pianta per poter produrre più frutti deve essere gestita con tagli di ritorno sulle branche principali e sulle ramificazioni.

La potatura di rinnovo si esegue su rami lunghi solo 30 cm e su quegli colpiti dal cancro della corteccia.

La potatura verde del castagno va valutata secondo lo stato della pianta e si esegue tra una potatura di rinnovo e l’altra nel periodo di aprile. In questo caso, i polloni vanno eradicati senza danneggiare la pianta.

Come si è potuto considerare la pianta di castagno prevede potature differenti a seconda dell’età stessa. Ovviamente il castagno deve essere privo di foglie e si sconsiglia di potarlo durante i mesi freddi, in quanto le basse temperature tenderebbero a far spezzare con facilità i rami.

 

Castagne frutto castagnoIl frutto del castagno

La castagna è il frutto del castagno, derivante dai fiori femminili e racchiusa all’interno di un riccio. Quest’ultimo è inizialmente di colore verde e diventa giallo bruno dopo esser giunto a maturazione. La castagna è un frutto secco coriaceo di colore marrone scuro, all’estremità presenta la torcia, ossia i resti degli stili e alla base una cicatrice detta ilo. La forma dipende dalla varietà e dal numero di castagne contenute all’interno del riccio. Ha rappresentato per lungo tempo una fonte importante nell’alimentazione, ciò gli ha imposto un cammino anche culturale nei luoghi dove i castagneti si sono maggiormente sviluppati. La raccolta avviene in tempi diversi, a seconda delle aree geografiche, e inizia solitamente verso la fine di settembre. La raccolta era un momento molto importante nella vita agricola di un tempo poiché, oltre ad essere un alimento, si trasformava in farina per molti altri usi.

Una tecnica oggi in disuso, ma molto praticata anche nei secoli precedenti, era l’abbacchiatura. Con dei pali venivamo percossi i cardi non ancora maturi, raccolti con delle pinze e posti nella ricciaia per far uscire le castagne. Oggi la raccolta avviene dopo l’apertura spontanea dei ricci, si raccolgono con un rastrello dentato da un lato e a punta dall’altro. Le castagne raccolte per produrre farine, solitamente quelle più piccole, vengono portate all’essiccatoio.

 

Tipi di castagneVarietà di castagne

Le castagne si distinguono in 4 principali varietà: i marroni, le castagne, gli ibridi eurogiapponesi e quelli giapponesi.

  • I maroni, spesso confusi con la castagna, sono contenuti da ricci che possono averne al massimo tre. La forma del riccio è più grande, con una superficie liscia ed omogenea e con una pellicola che si toglie con maggiore facilità. La cicatrice ilare è molto chiara e il sapore è decisamente più dolce. Sono IGP i marroni di Castel del Rio, di dimensioni importanti e dalla forma oblunga (ellittica). Possiedono, inoltre, una polpa fine e gustosa con una capacità di lunga conservazione. Invece il Marrone di San Zeno è un prodotto DOP, riconoscimento ottenuto nel 2003. E’ caratterizzato da un colore chiaro con striature scure ed una consistenza della polpa abbastanza pastosa e dal sapore tanto dolce da aver conquistato anche i maestri birrai.

  • La castagna, fino ad un numero massimo di 7, è contenuta all’interno del riccio. Ha dimensioni inferiori al marrone e può presentare un lato schiacciato dovuta alla pressione all’interno del guscio. La buccia è resistente e di un colore bruno scuro con una pellicola che penetra all’interno e difficile da rimuovere. La castagna di Montella è un IGP, preziosa per le sue caratteristiche e qualità. Risulta tonda e dal colore scuro con una polpa croccante e dolce. Abbiamo poi la castagna di Vallerano DOP, un luogo ricco di castagneti, dalla forma ellissoidale leggermente stirata e con una polpa davvero gustosa.

  • La castagna eurogiapponese si divide in altre 4 sottocategorie: Bouche de Betizac, Vignols, Marsol, Primato. Questo tipo di castagna si è diffusa perché molto resistente al cancro corticale. Seppur con una produzione che si differenzia in quantità per ciascuna tipologia, sono piuttosto grosse e di colore chiaro. La loro diffusione è stata molto rapida, proprio perché riescono a non infettarsi e a produrre per molti anni castagne di ottima qualità.

  • La castagna giapponese si riconosce innanzitutto dall’albero perché le foglie non sono dentellate e il frutto ha una cicatrice ilare molto profonda. Si è originata in Giappone e nella penisola coreana per poi essere introdotta, intorno al 1800, in Europa. È anch’essa resistente alle principali patologie che affiggono i castagneti. Per quanto riguarda il sapore è molto piacevole e gustosa.

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